Le loro creazioni sono apprezzate e ammirate dal gourmet del mondo intero: sono la generazione delle future star della gastronomia francese. Pasticcieri o chef, se sono dei veri geni del gusto, nutrono soprattutto il rispetto per il nostro Pianeta e per la salute dei propri clienti. Vediamo insieme cosa pensano del bio, e seguiamo i loro consigli illuminati!
Philippe Mille, chef del Relais “Les Crayères” a Reims.
Il suo parere: «A causa del loro costo elevato, in genere il 25% in più della norma, non è facile acquistare solo alimenti biologici, ma mettersi su questa strada è una cosa di primaria importanza!».
La sua motivazione: «La frutta e la verdura bio hanno un contenuto di acqua inferiore rispetto a quelle che sono state coltivate con fertilizzanti chimici, quindi presentano un sapore più concentrato.»
Come fare una buona scelta: «Bisogna “annusare” i prodotti, riscoprire quel profumo intenso che ne rispecchia l’identità e le caratteristiche.»
Il suo profilo professionale: “Meilleur Ouvrier de France” e 1 Stella sulla Guida Michelin del 2011.
Jerôme Chaucesse, chef pasticciere del ristorante “Apicius” a Parigi.
Il suo parere: «Scegliere il bio vuol dire essere sensibile al sapore autentico della verdura e della frutta, senza dimenticare la loro stagionalità! Purtroppo, viviamo in un contesto in cui il lato economico ha il sopravvento. È la corsa alla redditività, sempre più difficile da raggiungere nell’agricoltura.»
Il suo consiglio: «Puntate sui mercati specializzati in alimenti biologici e parlate con i produttori. Sapranno spesso darvi dei buoni consigli.»
Il suo profilo professionale: pasticciere, poeta, esteta, architetto di edifici “di cultura”. Crea dei dessert di design, belli da vedersi e buoni.
Christophe Hay, chef del ristorante “La Maison d’à Coté” a Parigi.
Il suo parere: «Molte verdure crescono a profusione su terreni gonfi di pesticidi e soggetti a continua annaffiatura, il che fa di esse, senza dubbio, dei prodotti a crescita regolare e belli da vedersi, ma senza sapore. Per quanto mi riguarda, con i prodotti bio, riesco a ritrovare il sapore degli ortaggi della mia infanzia, e del giardino di mio padre che si prendeva cura personalmente delle verdure del suo orto e le raccoglieva quando erano mature.»
Il suo consiglio: «Oggi, sui nostri banchi, ci sono due tipi di bio: quello che cresce in quantità abbondante per la grande distribuzione e quello dei piccoli produttori locali che si sono presi cura dei propri prodotti e ne parlano con amore. Alcune coltivazioni a larghe superfici propongono questo tipo di prodotti e cercano di mettere i piccoli produttori
in primo piano: è questa la scelta che bisogna fare.»
Il suo profilo professionale: una cucina contemporanea tradizionale con delle puntatine nella gastronomia del Nuovo Mondo, dove ha dato prova del suo talento.
Alexandre Gauthier, chef stellato del ristorante “LA Grenouillère” a Montreuil-sur-Mer.
Il suo parere: «Il boom del bio riflette il responsabilizzarsi delle generazioni nei confronti della cultura e dell’agricoltura di sussistenza, che coinvolge in via diretta la cucina. È importante evitare gli errori del passato, quando si produceva sempre più in fretta, per aumentare le potenzialità di rendimento. Un approccio esclusivamente economico verso gli alimenti è a tutto svantaggio della loro qualità e del loro sapore, senza contare gli effetti nocivi sulla salute dei consumatori (effetti secondari dovuti ai pesticidi, ecc.)»
Il suo consiglio: «Se un prodotto è biologico, non vuol dire che sia per forza buono di sapore. È inutile nascondersi dietro la qualità.»
Il suo profilo professionale: la sua creatività eccellente mette in subbuglio il mondo della gastronomia.