Lei, incuriosita vi chiederà spiegazioni e voi le direte semplicemente che si tratta di una zuppa di cipolle. Questo, ve l'assicuro, sarà il momento critico della serata. Lei vi guarderà incredula, come se voleste farle del male, ed esclamerà: “Cipolle? No… no, grazie, preferirei qualcos'altro!”
Se sarà questa la sua reazione, vi dico subito che la ragazza non merita un secondo invito. Quindi lasciate fare a lei l'ordinazione. Non mi meraviglierei se scegliesse un'omelette jambon-fromage. In altre parole, lei non vi merita.
Ma mettiamo il caso, non improbabile, che la fanciulla sia dotata di altre notevoli attrattive, al di là delle sue preferenze a tavola, e che di conseguenza voi non vogliate interrompere così bruscamente il probabile inizio di una promettente serata. In questo caso, insistete e raccontatele qualcosa su questa famosa zuppa di cipolle, sulle sue origini, la sua storia, ecc.
Intanto potete raccontarle che, contrariamente a ciò che si crede, pare che quella ricetta abbia avuto origine nientemeno che nell'antica Roma. Inventata da un rinomato cuoco dell'epoca, un certo Celio, al servizio di nobili e imperatori, era appunto a base di cipolle e… di pesce sottosale. Con un po' di miele, aceto e una spolverata di origano, sembra che servisse anche a rassodare i muscoli dei gladiatori.
Poi, col passare del tempo e… dei secoli, qualcuno si rese conto del sapore un po' troppo forte della zuppa e il pesce salato fu eliminato, insieme a miele, aceto, origano, evenutali e varie.
Rimasero le cipolle, il pane abbrustolito e il formaggio filante e così, quella in voga ancora oggi, si dice che sia una ricetta elaborata nel XVIII secolo, indovinate un po', nientemeno che presso la corte dei re di Francia.
Sembra che una notte il re Luigi XV di Borbone (1710-1774) sia stato assalito da un appetito incontenibile e che, recatosi nelle cucine della reggia per provare a cucinarsi qualcosa, abbia trovato solo cipolle, burro e champagne. Svegliato tutto un esercito di cuochi, sguatteri e cucinieri, ordinò che si procedesse a preparare un pasto. Il risultato fu quella deliziosa soupe à l'oignon, un piatto da re!
Secondo un'altra leggenda, invece, la ricetta sarebbe stata introdotta sì a Versailles, ma non da Sua Maestà. Si racconta che sia stato il duca Stanislao di Lorena, mentre si recava a rendere visita a sua figlia, Maria Leszczyńska, moglie di Luigi XV, a fermarsi a metà strada nell’Hotel La Pomme d’Or dove prestava servizio un rinomato cuoco dell'epoca, Nicolas Appert. Fu lì che il duca ebbe modo di gustare una favolosa soupe à l'oignon, da cui fu conquistato tanto da convincere i cuochi di Versailles ad adottarla nei loro menu.
Inutile dire che se non siete riuscito a convincere la vostra amica a degustare la famosa zuppa, è perfino inutile raccontarle che, esaurite le leggende di origine francese, ne esiste un'altra non meno credibile secondo la quale fu Caterina de' Medici nel 1533, andata sposa a re Enrico d'Orleans, ad importare in Francia un'italianissima zuppa di cipolle gratinata al formaggio con fette di pane abbrustolito.
Non so come si concluderà la vostra serata Chez Procope, ma sono pronto a scommettere che lei, la vostra amica, ora vorrà assaggiare almeno una cucchiaiata di quella meraviglia fumante che si troverà nella scodella appena servita.
E se lo farà, continuerà a gustare la sua soupe à l'oignon gratinée, filante di formaggio fino alla fine. E ve ne sarà grata, garantito!
Come concludere la serata è inutile che lo suggerisca io.