In effetti, per come è utilizzata oggi, la forchetta proverrebbe da Bisanzio. Oggetto di grande raffinatezza, era formata da due denti a punta (oggi li chiamiamo “rebbi”) e da un lungo manico in cristallo, in metallo prezioso o in avorio. In epoca medievale e durante una parte del Rinascimento, quando ci si metteva a tavola – in Francia – si usava mangiare con le dita, anche se si sono ritrovate delle forchette, elencate in inventari di eredità del XIV secolo, appartenuti a grandi famiglie della borghesia e dell’aristocrazia, come quella dei duchi di Borgogna.
… e il ruolo giocato da Caterina de’ Medici
Dopo le nozze del Doge di Venezia, sulla scia di una nuova moda, l’utilizzo della forchetta si diffuse in Italia con una certa rapidità. All’arrivo di Caterina de’Medici in Francia, la forchetta era presente nel Paese già da due secoli, ma sotto una forma diversa: se, etimologicamente parlando, la forchetta (ossia “piccola forca”) era un utensile da cucina che serviva per grigliare porzioni di carne o di pane nel focolare del camino, nel XIV secolo era anche un pezzo di oreficeria, utilizzato per degustare le pere al vino rosso, i frutti rossi come fragole e lamponi, ma anche alcuni dolcetti. Se era tollerabile avere le mani unte perché si era preso il cibo con le dita, appariva inconcepibile averle macchiate…
La regina Caterina de’ Medici (moglie di Enrico II dal 1547 al 1559 e reggente dal 1560 al 1563) amava organizzare feste e ricevimenti, e le nuove regole del galateo a tavola cominciarono presto a darsi delle arie di eleganza e raffinatezza. Questo piccolo oggetto, anch’esso prezioso ed elegante, dava a chi lo possedeva il grande vantaggio di poter mangiare senza macchiarsi la gorgiera inamidata, indossata intorno al collo, e senza usare né le dita né il coltello. Fu merito di Enrico III, figlio di Caterina, se la forchetta divenne il nuovo “must” da utilizzare a tavola, assieme al coltello e al cucchiaio. Comunque, malgrado i vantaggi che offriva a chi se ne serviva, la forchetta tardò ad imporsi a tavola in modo definitivo.
Nel secolo successivo, la sua presenza a tavola non era ancora affermata del tutto: perfino Luigi XIV continuava a mangiare con le dita.
La forchetta, riservata un tempo ai dolci e alla frutta, oggi è utilizzata per tutti gli alimenti e in ogni tipo di pasto. Per rispondere a queste nuove esigenze, il numero dei rebbi è passato da due a tre, e poi a quattro.
Al giorno d’oggi, il numero dei rebbi varia a seconda dell’impiego della forchetta e di quanto sono grandi le porzioni: due per le forchette da lumache, tre per quelle da pesce, e quattro per le altre.
ChristoFoto esterna: collezione privata
Foto interna n°1: © Claude Weber per Christofle
Foto interna n°2: collezione privata
Foto interna n°3: collezione privata
Foto in basso: collezione posate “Chinon” di Christofle