In effetti, era stato proprio Napoleone III a volere qualcosa di grandioso che non si fosse mai visto prima. Per questo, l'imperatore arrivò ad autorizzare il famoso prefetto di Parigi, il barone Haussmann, a far abbattere numerosi edifici e a sfrattare numerose famiglie perché si rendesse libera l'area necessaria a Garnier per realizzare l'ambizioso progetto.
L'edificio, progettato nel 1861 e completato nel 1875, fu concepito per essere uno dei più grandi teatri del mondo e lo è ancora oggi. Napoleone III volle questo teatro a seguito di un attentato subìto dal corteo reale mentre era diretto al teatro dell'Opéra nella rue Le Peletier, dov'era in programma una rappresentazione del Guglielmo Tell di Gioachino Rossini. L'agguato, organizzato e messo in atto nelle strette vie della Parigi dell'epoca dal rivoluzionario italiano Felice Orsini, costò la vita a molte persone, ma la coppia imperiale ne uscì indenne. Napoleone III si salvò grazie alle lastre di acciaio che rivestivano la sua carrozza, mentre l'imperatrice Eugenia fu sbalzata sul marciapiede e si ritrovò tra i corpi insanguinati delle vittime, ma fortunatamente sana e salva.
Ecco perché a Garnier fu ordinato di progettare tutt'intorno al nuovo teatro dell'Opera grandi spazi. L'enorme piazzale e gli spaziosi boulevards previsti dal geniale architetto servivano appunto ad evitare nascondigli e agguati e a garantire l'incolumità dei reali, della corte e dei cittadini.
Durante gli scavi per la costruzione dell'edificio, fu ritrovato un laghetto sotterraneo, visibile ancora oggi dalle cantine del teatro, che la fantasia dello scrittore Paul Leroux immaginò come il nascondiglio del protagonista del famoso dramma Il fantasma dell'Opera. Le misure del teatro dell'Opera sono da paragonare a quelle di un piccolo stadio. 11.237 mq di superficie, un'altezza di 74 metri e la capacità per l'auditorium di ospitare 2156 spettatori a sedere.
Il soffitto della grande cupola fu decorato nel 1964 da Marc Chagall e rievoca la Ruota della Vita, con le sue gioie e i suoi dolori, le sue tragedie e le sue guerre. Ogni pannello corrisponde ad un artista, una sua opera, un soggetto e un colore. Al centro, la Carmen di Bizet in rosso, accanto la Traviata di Verdi in giallo, poi Beethoven con il Fidelio in blu e verde e l’Orfeo e Euridice di Gluck in verde. Procedendo verso l’esterno, il pannello principale è dedicato a Moussorgski con Boris Godounov in blu, Il flauto magico di Mozart in celeste chiaro, Tristano e Isotta di Wagner e il Romeo e Giulietta di Berlioz in sfumature di verde. Il bianco è dedicato ad un’opera di Rameau. Segue Debussy con Pelleas e Melisande anch'esso in blu, mentre Dafni e Cloe di Ravel si svolge nel rosso, Tchaikovsky con Il Lago dei Cigni e Adam con Giselle entrambi sono ambientati nel giallo dorato. Infine Stravinsky con L’Uccello di Fuoco è dominato dai colori rosso, verde e blu. Una originale e suggestiva scenografia, di grande impatto emotivo e artistico.
Soltanto nel 1989, quando fu inaugurato il nuovo teatro nel quartiere della Bastiglia, il grande teatro prese l'attuale nome di Opéra Garnier. E da allora vi si rappresentano soltanto spettacoli di musica e danza classica, mentre la lirica viene ormai rappresentata all'Opéra Bastille, che dispone di attrezzature sceniche all'avanguardia.
E il Fantasma dell'Opéra, dov'è finito? Forse è sempre lì, nei bui sotterranei del grande edificio voluto da Napoleone III, dove si aggira triste, soffrendo in silenzio per la propria bruttezza che non gli consente di esprimere i propri sentimenti a Christine, la giovane cantante di cui è perdutamente innamorato. Ma questa è un'altra storia.